3) Il gatto che voleva salvare i libri – Sōsuke Natsukawa

I libri hanno un’anima e una gran bella dose di potere, ricordiamocelo sempre.
“Il gatto che voleva salvare i libri” è una favola moderna. Corta, veloce e potente.
Ci sono parti di questo libro che ti entrano dentro.
Senz’altro per chi ama la lettura e per chi, al contrario, la sottovaluta decisamente.
Si entra a capofitto nel mondo di Rintaro – quasi come dovessimo già conoscerlo -, giovane ragazzo solitario senza amicizie, che ha perso dapprima i genitori, infine il nonno che gli lascia in eredità la sua Libreria Natsuki. È piccola, polverosa, e piena di libri usati che sono capolavori della letteratura – una perla.
Rintaro salta giorni di scuola ed è sul punto di chiudere la libreria per trasferirsi con una zia mai vista prima, quando appare un gatto parlante: i libri sono in pericolo, e devono salvarli. Con lui comincia un’avventura fiabesca nella quale Rintaro – e noi con lui – viene catapultato dentro: tre labirinti che hanno a che fare con la peggior specie di amanti dei libri, presi all’eccesso e in realtà distruttori di questi ultimi.
Il ragazzo dovrà poi affrontare un’altra sfida, l’ultima, questa volta per salvare se stesso e vincere così i suoi “demoni”.
Inutile dire che la morale è d’obbligo per una simile storia, ed è bellissima, ma credo sia aperta a interpretazioni più o meno diverse, che non voglio compromettere in alcun modo!
Lascio solo una citazione, che è quella che mi è entrata nel cuore, in un mondo dove sempre più persone abbandonano la lettura, perché non hanno tempo o voglia:
Credo che il potere dei libri sia quello di insegnarci l’empatia verso gli altri. È una forza che infonde coraggio a molti e li sostiene.