QUARTO POSTO
Il mio tutto – Chiara Zaccardi

Mentre leggevo l’ultimo romanzo di Chiara Zaccardi “Il mio tutto”, nella mia testa risuonava una canzone. “Smisurata Preghiera” di De Andrè si insinuava nei miei pensieri con prepotenza, senza invito, e mi distraeva secondo un disegno che sembrava studiato:
La maggioranza sta
Recitando un rosario di ambizioni meschine
Di millenarie paure
Di inesauribili astuzie
Coltivando tranquilla
L’orribile varietà delle proprie superbie
La maggioranza sta
Come una malattia
Come una sfortuna
Come un’anestesia
Come un’abitudine
È tutto qui, secondo la mia personale interpretazione, il tema che emerge dalle pagine di questo libro: la dittatura della maggioranza che schiaccia le minoranze e le fa sentire inadeguate. Una storia vecchia come il mondo, eppure tanto attuale da provocare rabbia e sgomento.
La storia
“Come si fa quando non riesci a stare insieme a una persona ma non riesci nemmeno a stare senza?”. Davide se lo chiede dal momento in cui ha conosciuto Cristian. A sedici anni arriva in una nuova scuola, a Parma, e si fa subito notare: ama disegnare e non nasconde di essere gay. Per questo viene preso di mira da alcuni compagni. Il leader dei bulli, Cristian, è il campione di nuoto della scuola: fisico atletico, occhi azzurri e un sorriso spietato. Cristian detesta Davide. Almeno finché non lo bacia. Il loro è il primo grande amore, giovane, intenso, tanto inaspettato quanto assoluto. Cristian si scopre indifeso davanti a un desiderio inarrestabile, senza mezze misure, e non sa come affrontarlo. Abbandonarsi a un sentimento che lo rende diverso o respingerlo? Ammettere che le fragilità di Davide sono un po’ anche le sue o usarle per allontanarlo? Una scelta indolore non sembra esistere, perché l’amore non ha sesso, né limiti, e sa essere implacabile.
Necessario
Non penso di esagerare dicendo che “Il mio tutto” è un libro necessario.
È necessario per chi “viaggia in direzione ostinata e contraria”, poiché potrà ritrovarsi nei tratti delicati di Davide o in quelli scostanti di Cristian. Necessario anche e soprattutto per chi non si identifica con l’orientamento sessuale dei protagonisti, per coloro che fanno parte della “maggioranza” di cui canta De Andrè.
Ricorda Signore questi servi disobbedienti alle leggi del branco
Non dimenticare il loro volto
Che dopo tanto sbandare
È appena giusto che la fortuna li aiuti
Come una svista
Come un’anomalia
Come una distrazione
Come un dovere.
Non si cambia il mondo con un libro, ma, libro dopo libro, possiamo costruire una pila più alta dei muri che ci dividono.
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